Udito e innovazione: le 3 notizie più importanti del 2022


Il 2022 è stato un anno molto importante per quanto riguarda le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche nel campo dell’udito. Gli investimenti fatti in ricerca e sviluppo hanno portato a risultati importanti e gettano ora le basi per un promettente 2023.

Se però da un lato il futuro sembra luminoso, dall’altro ci sono alcuni dati che fanno scattare un campanello d’allarme. Facciamo quindi il punto della situazione riprendendo le notizie più importanti che hanno caratterizzato l’anno appena concluso.

Il gene che potrebbe ripristinare l’udito perso

Sembra fantascienza, eppure è tutto vero: i ricercatori dell’università statunitense Northwestern University hanno individuato un gene che potrebbe far recuperare l’udito. 

Questo gene viene chiamato TBX2 ed è la chiave per lo sviluppo delle cellule ciliate dell’orecchio. A seconda che esso sia acceso o spento, permette di ottenere le cellule ciliate dell’orecchio interno o quelle dell’orecchio esterno. Per capire di cosa stiamo parlando: le cellule ciliate esterne si espandono e contraggono in risposta alla pressione esercitata dalle onde sonore, amplificando il suono per le cellule interne, che a loro volta trasmettono le vibrazioni ai neuroni per consentire la percezione del suono.

Il problema legato alle cellule ciliate è che queste si deteriorano con il passare degli anni fino a morire e, quelle dell’orecchio esterno nello specifico, oltre a essere le più vulnerabili sono quelle che si sviluppano solamente in fase embrionale, senza riprodursi mai più per tutta la vita.

È su questo punto che la scoperta rappresenta un enorme passo in avanti per la lotta ai problemi di udito: andando ad operare sullo stato di accensione o spegnimento del gene TBX2 sarà possibile differenziare lo sviluppo di cellule ciliate dell’orecchio interno e cellule ciliate dell’orecchio esterno, potendo produrre queste ultime anche durante un qualsiasi momento della vita.

In questo modo, nel caso di cellule danneggiate e quindi di calo di udito, sarà possibile ripristinare la conduzione del segnale uditivo al cervello, potendo tornare a sentire i suoni e capire le parole in modo naturale. 

La ricerca si trova ancora in una fase sperimentale, ma i presupposti sono molto buoni e potremmo assistere a importanti sviluppi già nel 2023.

Dettaglio apparecchio acustico aperto

L’intelligenza artificiale negli apparecchi acustici

Negli ultimi anni le aziende produttrici di apparecchi acustici hanno investito centinaia di milioni (sì, milioni!) di euro in ricerca e sviluppo, e il 2022 non è stato da meno. La tecnologia sta facendo passi da gigante e gli stessi apparecchi acustici stanno raggiungendo livelli di innovazione sempre più alti ogni anno, soprattutto grazie all’implementazione dell’intelligenza artificiale (AI).

Spiegata in modo semplice, l’intelligenza artificiale è un computer in grado di imitare l’intelligenza umana eseguendo compiti basati su regole predeterminate. Queste regole sono impostate da un programmatore esperto secondo delle logiche studiate preventivamente.

Nello specifico gli apparecchi acustici traggono beneficio dall’intelligenza artificiale sfruttando la rete neurale profonda, o Deep Neural Network (DNN), una forma di intelligenza artificiale che cerca di imitare le abitudini neurali del cervello in modo che i tuoi apparecchi acustici simulino il modo in cui il tuo cervello sentirebbe i suoni se non avessi problemi di udito.

Ovviamente gli apparecchi acustici dovranno prima adattarsi alle tue personali esigenze uditive, insieme ai vari ambienti e ai rumori di fondo in cui potresti trovarti. Un po’ come il concetto su cui si basa il nostro percorso di riabilitazione acustica Clarivox®: il primo metodo in Italia che sintonizza il tuo udito con gli apparecchi acustici più adatti alle tue esigenze di vita. 

Per questo motivo alcune persone troveranno grande beneficio nello sfruttare le funzionalità introdotte dall’AI, mentre altre non ne avranno bisogno. Coloro che sono sempre in giro, indipendentemente che sia per divertimento o per lavoro, potrebbero ottenere enormi vantaggi dall’AI nei loro apparecchi acustici. Dall’altra parte, le persone che passano molto tempo a casa o che vivono da sole potrebbero non aver bisogno di questo beneficio supplementare.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale negli apparecchi acustici è quindi un grande passo in avanti nel campo udito e innovazione e per chi ha problemi di udito. Ed essendo una tecnologia nuova e in costante sviluppo, ne sentiremo parlare sempre più spesso.

Calo di udito: un problema ancora troppo sottovalutato

A frenare l’entusiasmo che stanno avendo udito e innovazione ci pensano ancora una volta i dati sul rapporto che la popolazione mondiale ha con i problemi di udito.

Secondo l’OMS infatti ci sono circa un miliardo e cento milioni di persone di età compresa tra i 12-35 anni che rischiano di andare incontro a una perdita di udito, numero in gran parte dovuto a un ascolto troppo frequente di musica a volumi esageratamente alti attraverso le cuffiette. Per intervenire attivamente sul problema le aziende produttrici hanno imposto negli ultimi anni dei limiti di volume per proteggere l’udito dei ragazzi, ma non sembra essere abbastanza in quanto l’uso degli auricolari per il 21% dei giovani è quotidiano e va da 1 a 4 ore giornaliere. Senza contare il danno che arrecano altre situazioni come le mancate protezioni all’interno degli ambienti di lavoro molto rumorosi e di alcuni concerti dal vivo.

Altri dati forniti dall’Oms indicano che oltre il 5% della popolazione mondiale (circa 466 milioni di persone) ha una riduzione dell’udito che incide sulla qualità della vita.

Per quanto riguarda strettamente l’Italia, le persone con problemi di udito sono 7 milioni, ovvero l’11,7% della popolazione. Tra gli over 65 l’ipoacusia è un problema che riguarda una persona su tre, eppure il 54% della popolazione non ha mai fatto un controllo dell’udito. Inoltre chi usa l’apparecchio acustico è solo il 25% di coloro che in realtà potrebbero averne beneficio, questo nonostante l’87% di chi ne fa uso dichiari un miglioramento della propria qualità di vita.

Arrivati a questo punto è facilmente intuibile come ci sia ancora molto lavoro da svolgere in termini di sensibilizzazione e informazione sui problemi di udito, cosa che in Pontoni – Udito & Tecnologia consideriamo una vera e propria missione. Ancora più importante degli apparecchi acustici infatti, è l’informazione. La possibilità di prevenire.

Motivo per il quale, anche in questo 2023 continuerò ad aggiornarti con news, approfondimenti e curiosità sul mondo dell’udito ogni mese



Udito e innovazione: le 3 notizie più importanti del 2022
Francesco Pontoni 11 settembre 2023
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