Ti è mai capitato di vedere alla TV una partita di rugby, o di pugilato, e rimanere impressionato dalla violenza dei colpi che i giocatori spesso prendono durante il match? I rischi legati alla pratica di alcuni sport particolarmente “violenti” sono un tema spesso trattato, soprattutto per quanto riguarda traumi cranici, fratture scomposte o altri infortuni particolarmente pericolosi.
Quello di cui parleremo oggi è un argomento poco trattato, ma su cui ci teniamo a promuovere una conversazione improntata alla conoscenza e alla consapevolezza. Dato che è un problema legato all’orecchio, ci teniamo, in quanto professionisti dell’udito, a darti le giuste informazioni, spiegandoti come si può affrontare per evitare l’insorgere di complicazioni.
Sto parlando dell'orecchio a cavolfiore, una condizione che va ben oltre l'aspetto fisico come qualcuno potrebbe pensare, coinvolgendo direttamente la salute e la qualità di vita di coloro che ne sono affetti. Hai mai notato una forma strana, come un rigonfiamento, nel padiglione auricolare di alcuni pugili o lottatori di MMA? Se sì, probabilmente avrai pensato a una lieve deformazione dell’orecchio, ma non è proprio così.
Noto in ambito medico come ematoma auricolare, per molti atleti rappresenta il risultato tangibile di un'attività sportiva intensa, un segno visibile della passione e dell'impegno nei confronti dello sport. Ma, oltre a essere una testimonianza della dedizione all'attività fisica, tanti ignorano il fatto che l'orecchio a cavolfiore rappresenta prima di tutto una sfida da affrontare con consapevolezza e competenza medica.
Com’è un orecchio a cavolfiore?
Nel mondo degli sport di contatto, l'orecchio a cavolfiore è un termine noto e spesso associato a lesioni subite durante attività come le già citate MMA, rugby e pugilato. Ma cosa significa esattamente?
Chiediamoci innanzitutto perché il suo nome è così particolare. Il termine "orecchio a cavolfiore" identifica a tutti gli effetti una deformità dell'orecchio causata da lesioni ripetute o traumatiche, spesso procurate durante incontri sportivi con impatti piuttosto violenti. L'aspetto dell'orecchio, a seguito del trauma, cambia a causa della rottura del tessuto cartilaginoso e della formazione di tessuto cicatriziale, causando una “deformazione” che prende le sembianze di un cavolfiore da cui, appunto, il nome.
Cause dell’orecchio a cavolfiore
L'orecchio a cavolfiore, che si presenta solitamente con gonfiore, deformità e provoca dolore, può essere causato da diverse condizioni oltre agli sport violenti. Nonostante le cause principali siano appunto le lesioni traumatiche o le contusioni, esistono anche altri fattori scatenanti come le infezioni dell'orecchio, i piercing e le malattie della cartilagine.
Nello specifico, quando si verifica un trauma, quest’ultimo può rompere i vasi sanguigni che circondano la cartilagine, causando un accumulo di sangue (un ematoma). Questo accumulo, se non trattato, può portare alla necrosi della cartilagine e alla conseguente deformazione dell'orecchio.
Orecchio a cavolfiore, MMA e rugby: perché sono correlati?
Come spiegato in precedenza, sport quali la lotta, il pugilato, il rugby e il calcio implicano un contatto fisico diretto tra gli atleti e, di conseguenza, un alto rischio di lesioni all'orecchio. Se nel calcio questa situazione è meno frequente, negli sport da combattimento e nel rugby è invece una condizione più comune, tanto che appunto l’orecchio a cavolfiore oggi viene spesso e volentieri associato a questi sport.
In MMA, ad esempio, i combattenti si colpiscono a vicenda con pugni, calci, ginocchia e gomiti, e spesso riportano lesioni all'orecchio che poi si tramutano in un orecchio a cavolfiore. Molti atleti famosi, infatti, hanno sofferto o soffrono tuttora di questa condizione, affidandosi a cure specialistiche per cercare di gestire la situazione. Non so quanto tu sia appassionato di MMA, ma molto probabilmente alcuni atleti li avrai già sentiti nominare. Lo dico perché, io stesso, non sono un grande estimatore di questo sport, ma conosco gli esempi più famosi fra gli atleti che hanno sperimentato questa condizione. Eccone tre tra i più conosciuti:
- Conor McGregor, il famoso lottatore irlandese di MMA, ha un orecchio a cavolfiore ben visibile. Nelle sue interviste ha dichiarato di non aver subito alcun intervento chirurgico per risolvere la problematica e di aver invece optato per un trattamento conservativo, che include l'applicazione di ghiaccio e l'assunzione di antidolorifici. Ricordi quando ho detto che l’orecchio a cavolfiore è spesso simbolo di dedizione al proprio sport? Ecco, nel caso di McGregor, il suo orecchio è diventato un segno distintivo del suo look, considerato da lui stesso un "simbolo di battaglia";
- Jon Jones, atleta americano anch’egli lottatore di MMA, ha dichiarato di essersi procurato l'orecchio a cavolfiore durante un combattimento nel 2013. A differenza di MCGregor, Jones ha subìto un intervento chirurgico per rimuovere il coagulo di sangue e per ricostruire la cartilagine;
- Ricky Ponting, l'ex capitano australiano di cricket, si è procurato un orecchio a cavolfiore durante un incidente in bicicletta. Anche nel suo caso, il problema è stato completamente rimosso grazie a un intervento chirurgico, dopo il quale Ponting è poi tornato a giocare, continuando ad essere uno dei migliori battitori al mondo.
Orecchie a cavolfiore: sintomi e diagnosi
La presenza di un orecchio a cavolfiore nella maggior parte dei casi è piuttosto evidente, e anche capirne i sintomi e porre una diagnosi è solitamente semplice.
I sintomi dell' orecchio a cavolfiore infatti sono generalmente chiari e facilmente riconoscibili, caratterizzati da gonfiore, dolore, senso di pressione e deformità dell'orecchio. La diagnosi invece coinvolge una valutazione fisica e, se necessario, radiografie o risonanze magnetiche per escludere altre condizioni patologiche e per valutare l'entità delle lesioni.
Complicanze e rischi
Nonostante sia un problema relativamente semplice da diagnosticare, non sempre le cose vanno per il meglio. Come detto infatti, spesso l’orecchio a cavolfiore è considerato una sorta di “cicatrice di guerra”, un segno che identifica alcuni sportivi e, in quanto tale, spesso viene sottovalutato.
Ma se non trattato adeguatamente, l'orecchio a cavolfiore può portare a diverse complicanze, tra cui:
- infezione; l'accumulo di sangue e di liquido nell'orecchio può creare un ambiente ideale per la crescita di batteri, condizione che, se non trattata, può portare a dolore, gonfiore e febbre;
- deformità permanente; una mancata cura della condizione porta l’orecchio a stabilizzarsi in modo definitivo in quella situazione.
Riguardo all’ultimo punto, se per alcuni soggetti può non essere un problema, per altri può avere un impatto davvero negativo sull'autostima e sulla percezione di se stessi. In ogni caso, se affrontata con la dovuta attenzione, la situazione può essere risolta in diversi modi.
Esiste un trattamento per l’orecchio a cavolfiore?
Come riportato nelle testimonianze dei tre atleti famosi di cui sopra, esistono diversi tipi di trattamento per l’orecchio a cavolfiore e la scelta di quello più adeguato dipende fondamentalmente dalla gravità del problema. In caso di lesioni lievi, il trattamento conservativo come quello applicato da Conor McGregor può essere sufficiente attraverso:
- applicazione di ghiaccio, che può aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore;
- ricorso ad antidolorifici, che possono aiutare a gestire il dolore;
- compresse elastiche, che possono aiutare a ridurre il gonfiore e a sostenere l'orecchio.
In caso di lesioni gravi invece è generalmente necessario ricorrere a un intervento chirurgico, proprio come quello a cui si sono sottoposti Jon Jones e Ricky Ponting. L'intervento è destinato a rimuovere il coagulo di sangue, ridurre il gonfiore e ricostruire la cartilagine. Delle tre, la più complessa è la ricostruzione della cartilagine tramite l’utilizzo di materiali quali il silicone o il Gore-Tex.
Nonostante la maggior parte delle situazioni non sia così preoccupante, un intervento chirurgico non è mai un percorso agevole e privo di rischi, pertanto, occupandomi in prima persona di prevenzione, non posso far altro che consigliare di agire tempestivamente cercando di evitare qualsiasi tipo di complicanza.
Come prevenire l'orecchio a cavolfiore?
Ovviamente non voglio che il mio consiglio resti vago quindi, nel caso in cui tu possa trovarti in situazioni di particolare vulnerabilità agli urti per le tue orecchie, ti consiglio di utilizzare delle protezioni per le orecchie.
Ce ne sono di svariate forme e dimensioni, in base alle situazioni di necessità, e questo è quindi il modo migliore per prevenire l'orecchio a cavolfiore. Chiaramente, come per qualsiasi problema, anche in questo caso possono verificarsi incidenti rispetto ai quali purtroppo non si è preparati.
Ma partire da un senso di consapevolezza e agire preventivamente nelle situazioni più a rischio è un ottimo metodo per ridurre la possibilità che si verifichi qualcosa di spiacevole, per l’orecchio a cavolfiore così come per qualsiasi altro problema.
Se l’argomento dell’orecchio a cavolfiore ti coinvolge personalmente, o vorresti avere un consulto, io e i miei collaboratori siamo sempre a disposizione. Puoi chiamarci al Numero Verde 800 314416 o prenotare una visita nel centro Pontoni - Udito & Tecnologia più vicino a te.
A presto.
Orecchio a cavolfiore: significato e sintomi